Toccare la biodiversità del territorio modenese

Toccare la biodiversità del territorio modenese è il laboratorio incentrato sul percorso tattile per non vedenti e ipovedenti. Avrà luogo venerdi 4 ottobre alle ore 17:00 presso il Museo di Zoologia e Anatomia Comparata, via Università 4. Il percorso tattile, guidato dagli zoologi del Museo, presenta gli animali più significativi che vivono negli habitat del territorio modenese, i più rappresentativi della grande biodiversità che ci circonda.
La biodiversità è la varietà degli esseri viventi che popolano la Terra, è la varietà incredibile di organismi piccolissimi come batteri e protozoi, funghi, piante, animali ed ecosistemi tutti legati luno allaltro, tutti indispensabili. Anche l'uomo fa parte della biodiversità e sfrutta i servizi che offre: grazie alla biodiversità la Natura è in grado di fornirci cibo, acqua, energia e risorse per la nostra vita quotidiana.
Questo percorso, volto alla conoscenza e alla valorizzazione del territorio modenese, presenta gli habitat più rappresentativi della grande biodiversità che ci circonda: i testi esplicativi corredano i reperti museali appartenenti alla fauna locale conservati nel Museo di Zoologia e Anatomia comparata del Polo Museale e accompagnano il visitatore nel percorso espositivo.
Crinale appenninico- Il crinale è la parte più alta del nostro territorio ed è caratterizzata da vegetazione bassa, come i mirtilli, a causa del clima rigido. La fauna di questo ambiente è caratterizzato da una marcata stagionalità che condiziona notevolmente la disponibilità di risorse alimentari. Lassenza di strade e centri abitati aiuta a percepire i numerosi suoni della natura, diventa così facile riconoscere il canto di molti uccelli come gufo reale, codirossone e vari rapaci tra cui laquila reale. Le marmotte, grazie ai loro caratteristici fischi sono più facili da sentire che da vedere, è grazie alla sua presenza, avvenuta con introduzioni a più riprese, che alcune coppie di aquila reale sono diventate stazionarie in quanto trovano nella marmotta una preda ideale.
Faggeta Il faggio domina i boschi più alti del nostro appennino. La temperatura fresca e laria umida percepita sotto le fronde dei faggi rappresenta un rifugio essenziale per molti animali durante i mesi estivi. Come nel crinale anche le faggete sono ricche di suoni e rumori che permettono di percepire la presenza dei numerosi abitanti di questi boschi. Tra le foglie cadute si muovono numerosi invertebrati tra cui è di rilevante importanza la presenza di Rosalia alpina, coleottero di qualche centimetri con lunghissime antenne. In questo ambiente si posso sentire gli ululati del lupo e dei cervi che nel periodo autunnali degli amori riempiono i boschi dei loro tipici bramiti. Il tipico cinguettio di alcuni uccelli permette di riconoscerli facilmente, come pure il canto di alcuni anfibi tradisce la loro presenza.
Foreste montane e Boschi pedecollinari - La foresta montana, compresa tra la faggeta e il bosco pedecollinare, con la sua grande varietà di ambienti, rappresenta il più alto grado di biodiversità del nostro territorio. Si passa da boschi ad alto fusto a macchie fitte a radure, si alternano zone umide a zone più secche e ci si può fermare ovunque ad ascoltare il richiamo degli uccelli rapaci, insettivori e frugivori. Numerosi sono glie insetti, spesso traditi dal ronzio delle ali. Caprioli, cinghiali e volpi e producono suoni che spesso tradiscono la loro presenza. Rilegati alle zone umide è possibile ascoltare e riconoscere varie specie di rospi, raganelle e rane. Questi ambienti hanno risentito molto delleffetto delluomo ma nonostante ciò è presente una elevata diversificazione di ambienti che si rispecchia in una inaspettata biodiversità.
La Pianura Padana Lhabitat di pianura è quello che ha risentito maggiormente delle attività umane. La pianura, oggi, si caratterizza per ampie distese aperte e coltivate, nuclei rurali, aree densamente abitate e centri industriali. Nonostante ciò la natura resiste e si adatta anche nelle aree ove più intensa è stata lantropizzazione che ha quasi distrutto lantico habitat di foresta, ma ha creato una varietà di ambienti (siepi, aree coltivate, frutteti, piccole aree boschive, parchi e anche le stesse abitazioni) che ospitano una inaspettata biodiversità. Nonostante linquinamento acustico di fondo prodotto dalle attività è possibile riconoscere la presenza di numerose specie di uccelli tramite i loro canti, come allodola, usignolo, pettirosso, corvo e numerosi rapaci. Al calar della notte è comune sentire il richiamo dei rapaci notturni come civette, allocchi e assioli. Sono presenti numerosi mammiferi come roditori, lepre, faina, volpe, caprioli e pipistrelli, ma risulta molto difficile percepire la loro presenza.
Zone umide Una storia millenaria ha visto luomo bonificare le zone umide causandone un depauperamento qualitativo e quantitativo di questi ecosistemi. La salvaguardia e/o il ripristino di questi biotopi è stata formalmente riconosciuta in numerosi accordi internazionali e provvedimenti legislativi a partire dalla Convenzione di Ramsar del 1971.
Nelle zone umide e lungo i fiumi abbondano gli invertebrati e numerosi uccelli acquatici come aironi, nitticore, martin pescatore, diverse specie di anatre e di limicoli. Strettamente legati allacqua, oltre alla fauna ittica, troviamo diversi anfibi come rane, raganella e rospi. Tra i mammiferi meno comuni troviamo il toporagno dacqua.
Torrenti montani La montagna assume indubbiamente aspetti di grande fascino quando accanto alle vette, ai pascoli e nei boschi ci si imbatte in torrenti e cascate. Il torrente è un ambiente molto selettivo e severo. Le comunità animali e vegetali che vi sono insediate sono molto specializzate e ricche di biodiversità ma molto vulnerabili. Per gli invertebrati il gruppo più rappresentativo è dato dagli insetti con molte forme giovanili, di interesse comunitario è la presenza del gambero di fiume. I torrenti del nostro Appennino ospitano pesci e numerosi anfibi tra cui degni di nota sono la salamandra pezzata e la salamandrina dagli occhiali. Tra gli uccelli sottolineiamo la presenza del merlo acquaiolo.